Le analisi condotte fino ad oggi da ARPA Lazio dimostrano chiaramente
che il fiume Liri è inquinato, confermando ciò che da anni Fare Verde
denuncia dal versante laziale e da quello abruzzese. In particolare, la
presenza significativa di contaminazione fecale (escerichia coli), di tensioattivi e metalli con
concentrazioni elevate a Sora e Isola del Liri, dove la depurazione
delle acque reflue urbane è ancora molto indietro.
Non possiamo
attendere un semestre di campionamenti, come affermato dall’Unità
risorse idriche di Frosinone del Dipartimento per lo stato
dell’ambiente, per avere una valutazione complessiva dello stato di
salute del fiume Liri.
Di segnalazioni e denunce ce ne sono in quantità
sufficiente per correre ai ripari. Sul versante abruzzese, Fare Verde ha
affrontato tanto il problema dell’eccessiva captazione per
l’alimentazione delle centrali idroelettriche della Valle Roveto che
diminuiscono la capacità del fiume di autodepurarsi, quanto il problemi
degli scarichi civili e industriali che, attraverso l'emissario di
Claudio transitano dalla piana del Fucino alle acque del Liri. Sul
versante laziale, l’associazione ha affrontato con decisione l’annoso
problema dei depuratori, ottenendo a Monte San Giovanni Campano la
ristrutturazione del depuratore Porrino, la costruzione del depuratore
Pantanelle, e il nuovo depuratore Fontana Magna che è ancora in
costruzione oltre all'abolizione dei vecchi depuratori Baccalà,
Vitarello e Laoria mentre per il depuratore Santa Filomena di Colli c'è
lo stanziamento di denaro per il suo adeguamento.
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