L'economia circolare risponde al concetto di crescita sostenibile, nel quadro della pressione crescente a cui produzione e consumi sottopongono le risorse e l’ambiente. Finora l’economia ha funzionato con un modello lineare “produzione-consumo-smaltimento”, dove ogni prodotto è inesorabilmente destinato ad arrivare a “fine vita” e diventare quindi un rifiuto. Per produrre il cibo, costruire le case, le infrastrutture, fabbricare beni di consumo o fornire l’energia si usano materiali pregiati e quando sono stati sfruttati del tutto o non sono più necessari, questi prodotti sono smaltiti come rifiuti. L’aumento della popolazione e il consumismo, tuttavia, spingono più che mai verso l’alto la domanda di risorse che non sono infinite e portano al degrado ambientale. Sono saliti i prezzi dei metalli e dei minerali, dei combustibili fossili, degli alimenti per uomo e animali, così come dell’acqua potabile e dei terreni fertili. Nell’Unione europea ogni anno si usano quasi 15 tonnellate di materiali a persona, mentre ogni cittadino UE genera una media di oltre 4,5 tonnellate di rifiuti l’anno, di cui quasi la metà è smaltita nelle discariche e in parte incenerita. L’economia lineare, che si affida esclusivamente allo sfruttamento delle risorse, non è più un’opzione praticabile1. La transizione verso un’economia circolare sposta l’attenzione sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti. Quel che normalmente si considerava come “rifiuto” può essere trasformato in una risorsa. Si comprende al meglio l’economia circolare osservando i sistemi viventi (biosistemi) naturali, che funzionano in modo ottimale perché ognuno dei loro elementi si inserisce bene in un ciclo dove non viene sprecato nulla. Nell'economia circolare i prodotti sono progettati appositamente per inserirsi nei cicli dei materiali: di conseguenza, questi formano un flusso che mantiene il valore aggiunto il più a lungo possibile con l'assenza dell'obsolescenza programmata. I rifiuti residui sono prossimi allo zero. La transizione verso un’economia circolare richiede la partecipazione e l’impegno di diversi gruppi di persone. Il ruolo dei decisori politici è offrire alle imprese condizioni strutturali, prevedibilità e fiducia, valorizzare il ruolo dei consumatori e definire come i cittadini possono beneficiare dei vantaggi dei cambiamenti in corso. Il mondo delle imprese può riprogettare completamente le catene di fornitura, mirando all’efficienza nell’impiego delle risorse e alla circolarità attraverso meccanismi ora sconosciuti (eco design, simbiosi industriale, condivisione ecc ecc . L’economia circolare può quindi aprire nuovi mercati, che rispondano ai cambiamenti dei modelli di consumo: dalla convenzionale proprietà all’utilizzo, riutilizzo e condivisione dei prodotti. Inoltre, può concorrere a creare maggiore e migliore occupazione. Al timone del passaggio a un’economia circolare si trova il mondo delle imprese meglio inquadrate in quei gruppi di produzione integrata che la Regione Lazio cerca di raggruppare nelle APEA - Area di Produzione Ecologicamente Attrezzate. I prodotti a vita breve sono stati, in passato, un’impostazione chiave per molte aziende, che promuovevano aggiornamenti frequenti e tecnologie all’avanguardia “assolutamente imperdibili”. Adesso il mondo industriale può cogliere l’opportunità di prolungare la vita dei prodotti e di creare prodotti concorrenziali a lunga durata. Un progetto di tipo circolare è il punto di partenza per l’elaborazione di qualsiasi nuovo prodotto o servizio dell’economia circolare. Con l’idea della durata, del riutilizzo, della riparazione, della ricostruzione e del riciclaggio si possono progettare auto, computer, elettrodomestici, imballaggi e molti altri prodotti. Una maggiore cooperazione all’interno delle catene di fornitura e fra le stesse può diminuire costi, rifiuti e danni all’ambiente. I progressi dell’ecoinnovazione offrono nuovi prodotti, processi, tecnologie e strutture organizzative. Alcune aziende scopriranno nuovi mercati passando dalla vendita di prodotti a quella di servizi e svilupperanno modelli imprenditoriali fondati su noleggio, condivisione, riparazione, potenziamento o riciclaggio dei singoli componenti. Da questa nuova impostazione scaturiranno molte opportunità d’affari per le imprese e conseguente nuovo tipo di occupazione.