Oggi, 4 ottobre, si festeggia il Patrono di Italia, San Francesco d’Assisi, protettore di poeti, commercianti, ecologisti e animali. Per la sua fame d’amore per il prossimo era accanto ai lebbrosi e ai meno fortunati.
Si celebra però, non a caso, anche la Giornata degli Animali proprio nella ricorrenza del nome del Santo, lui che amava la natura. Basta ricordare il Cantico delle creature da lui scritto “Laudati sii mio Signore cum tucte le tue creature”, in cui celebra la grandezza delle cose create, della loro importanza e del rispetto che noi dobbiamo portare; come il sole, la luna, il vento, il fuoco..Sono tanti gli episodi che narrano di un Santo a contatto con gli animali: agnelli, corvi, uccellini, leprotti, anatre, fagiani, conigli e il celebre Lupo da Gubbio. Proprio lui il Lupo è uno dei temi che ultimamente interessa il nostro Paese. Lupi che si avvicinano alle abitazioni e sbranano il bestiame: siamo così sicuri si tratti di essi? Infatti nella maggior parte di casi sono ibridi, incroci tra lupo e cane, ben diverso dal lupo poiché si avvicina ai centri abitati, preda in maniera differente e tutti gli elementi del gruppo si riproducono. In molti per risolvere il “problema lupo” che poi lupo non è, vogliono organizzare squadre di caccia, in stile di vero bracconaggio, per arginare il fenomeno. San Francesco non sarebbe per niente fiero di voi! Non dico di parlare con i lupi perché la vedo difficile, ma di pensare prima di agire sarebbe il caso, in quanto è una specie protetta.
Un po’ come il problema cinghiali che a causa di ibridazione con suini e con cinghiale romeno, disboscamento, surriscaldamento globale e ripopolamento hanno portato il fenomeno ad evolversi. Proprio lui il cinghiale e la sua caccia provoca davvero molti incidenti di percorso, tra i diversi cacciatori dediti alla loro attività venatoria, alcuni sparano a tutto ciò che si muove colpendo esseri umani scambiati per selvaggina (cinghiale), spegnendo la vita a giovani con un futuro davanti che non vedranno più i loro sogni realizzarsi. San Francesco in questo caso avrebbe speso una parolina, diversamente da chi pur portando il suo nome non esprime bei pensieri verso gli animali. Cosa avrebbe detto? Di abbandonare i fucili anche solo per un giorno, perché si sa l’attività venatoria esiste e non è stata abolita, ad esempio la domenica invitando I Cacciatori ad ascoltare la parola del Signore. Avrebbe invitato tutti a trascorrere la giornata nei boschi ma ad ascoltare il canto della stessa natura, dal cinguettio degli uccelli al sibilare di un serpente, da un ululato lontano di un lupo solitario al fruscio tra le foglie di uno scoiattolo timido.
San Francesco sarebbe inorridito davanti a maltrattamenti verso ambiente inquinato ogni giorno di più (dalla plastica in mare a cieli sempre più neri) e verso animali indifesi, verso trasporti clandestini di cuccioli strappati troppo presto alle loro madri, verso animali che sognano la libertà e non una vita in gabbia, verso specie che si stanno estinguendo e verso randagi, per lo più abbandonati, bastonati o peggio avvelenati.
Sarebbe stato felice invece nell’osservare l’eroicità di molti di loro, piccoli eroi a quattro zampe dal cuore grande che salvano le vite in acqua, scavano tra le macerie, tra la neve, divenendo un tutt’uno con il loro padrone creando un solo essere a sei zampe. Quella commovente eroicità che viene apprezzata da tutti forse anche da coloro che poi li ringraziano facendogli del male.
Almeno oggi impariamo ad ascoltare il silenzioso grido di aiuto che la natura urla, diveniamo tutti come San Francesco, siamo più degni di avere lui come Patrono di Italia difendendo la nostra Terra dalle brutture provocate da noi stessi. Anche i piccoli gesti quotidiani di ognuno di noi possono essere un passo gigante per un futuro dai prati più Verdi, da un cielo più Azzurro e da un mare più Blu.
Auguri a tutti gli animali e a tutti coloro che portano il nome Francesco!
La Responsabile Provinciale
per la tutela degli animali
Fare Verde
Frosinone
Maria Lucia Belli