martedì 19 luglio 2022

La Commissione Europea concede due mesi di tempo all’Italia per conformarsi al parere motivato per il parziale recepimento della direttiva RED II.



La Commissione Europea ha inviato all’Italia, a Malta e alla Slovenia un parere motivato perché i tre Stati membri hanno recepito solo parzialmente la Direttiva RED II. Nello specifico le norme europee avrebbero dovuto essere integrate negli ordinamenti nazionali entro il termine del 30 giugno 2021. Lo scorso luglio 2021 era quindi arrivata la lettera di costituzione in mora ai tre Paesi ritardatari, aprendo così formalmente la procedura di infrazione. Il recepimento italiano della Red II si era concretizzato a novembre con il decreto legislativo 199/2021, per il quale però si attendono ancora diversi procedimenti attuativi.

Fare Verde come al solito non ha segreti e lobby da coprire e per questo può informare la popolazione che l’Italia insieme a Malta e alla Slovenia hanno due mesi di tempo per conformarsi al nuovo obbligo di recepire in modo completo la direttiva RED II e di darne notifica alla Commissione Europea . Se questo passaggio non ci sarà la Commissione Europea potrà decidere di deferire le questioni alla Corte di giustizia dell’Unione Europea. Lo scorso luglio 2021 era arrivata la lettera di costituzione in mora ai tre Paesi ritardatari, aprendo così formalmente la procedura di infrazione. Nei fatti l’Italia è stata richiamata per iscritto per la incompleta attuazione della direttiva Ue 2018/2001 sulle fonti rinnovabili, la cosiddetta Red II (Rinnovabile Energia Direttiva) che è l’acronimo di Renewable Energy Directive.

La Commissione Europea nella sua nota inviata all’Italia ha ricordato, che la direttiva RED II stabilisce il quadro giuridico per lo sviluppo delle energie rinnovabili a livello Ue nei diversi settori quali il riscaldamento energia elettrica, il raffrescamento e i trasporti. Fissa un obiettivo vincolante per il 2030 pari almeno al 32% di rinnovabili e comprende misure volte a garantire che il sostegno alle energie pulite sia efficace sotto il profilo dei costi e alla semplificazione per le procedure amministrative per i progetti di interesse ambientale. L’Italia come al solito nella sua particolarissima transizione ecologica che fino a questo momento non vede la partecipazione sociale ha emesso il decreto legislativo 199/2021 che manca di troppi decreti attuativi indispensabili per la collocazione delle fonti rinnovabili e per la promozione delle nuove tecnologie.

Fare Verde spera che l’Italia adeguerà le leggi a quanto richiesto dall’Unione Europea nei termini previsti per una corretta e disciplinata transizione ecologica dedicata soprattutto alla popolazione.







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