Le ricette dello Chef Lorenzo Guarino

martedì 26 gennaio 2016

No allo sterminio dei cinghiali a Ceprano.

Fare Verde Proivincia di Frosinone prende una netta posizione contro l'ordinanza del Sig. Sindaco di Ceprano ed ha trovato la presenza al tavolo tecnico del presidente dell'ATC 2 alquanto inopportuna perchè in buona sostanza egli poteva essere incline solo all'abbattimento dei cinghiali in quanto è noto i che l'Ambito Territoriale della caccia fa riferimento ai cacciatori. Fare Verde inoltre trova alquanto strano che al tavolo tecnico non siano state invitate Associazioni Riconosciute dalla Regione Lazio e dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che tutelano gli animali e non accetta il prolungamento della stagione venatoria che si concluderà entro il 31 Gennaio 2016 come ha imposto la Regione Lazio. Il principio con cui il Sindaco di Ceprano vuole sterminare i cinghiali rei di procurare incidenti e devastazioni non è valido scientificamente perchè non rappresenta la quota base di cinghiali che comunque ci dovranno essere e rimanere sul territorio in quanto bene dello Stato e non del Comune di Ceprano come è stabilito dalla Legge del 27/12/1977 n. 968 ’che all'art.1, stabilisce il principio fondamentale dell’appartenenza della fauna selvatica  al patrimonio indisponibile dello Stato, che la tutela nell’interesse della comunità nazionale. Fatto è che la Regione Lazio quando ha stabilito il calendario venatorio lo ha fatto seguendo il parere dell'ISPRA da cui non è emersa la gravità della situazione che appare paradossale in quanto i cinghiali possono vagare e quindi spostarsi da un comune confinante all'altro. Fare Verde consiglia vivamente al Sig. Sindaco di Ceprano di attuare opere di prevenzione diretta e indiretta per i sinistri stradali e di  realizzare il censimento dei cinghiali esistenti sul suo territorio magari in concomitanza con quello dei comuni confinanti e nel frattempo di ripensare alla sua ordinanza. Resta inteso che questa Associazione di Protezione Ambientale legalmente riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nonchè dalla Regione Lazio  comunicherà le proprie doglianze per la situazione di Ceprano a tutte le Autorità che disciplinano l'attività venatoria compresa l'Unione Europea. Per ultimo si chiede pubblicamente quanti segnali stradali relativi all'attraversamento di animali vaganti selvatici sono stati apposti sul territorio del Comune di Ceprano dall'inizio di questa vicenda e quanta segnaletica stradale è stata installata per disciplinare la velocità degli autoveicoli. Si fa presente inoltre che nel caso della fauna selvatica è diretta responsabilità degli enti che gestiscono le strade di predisporre in modo diretto interventi idonei a scongiurare la maggior parte dei sinistri, quali, ad esempio: l’utilizzo di sottopassaggi o sovrapassaggi (i cd. “ecodotti”); l’utilizzo di recinzioni lungo i tratti stradali sui quali è frequente questo tipo di incidenti; l’utilizzo di catarifrangenti, a riflesso direzionale, posti a bordo strada a distanza di 10-25 metri uno dall’altro (in questo caso si sfrutta il riflesso dell’immobilizzazione indotto dal fascio luminoso dei fari sull’animale: se il fascio di luce, deviato dai catarifrangenti, investe l’ungulato ai lati della carreggiata, blocca l’animale e gli impedisce di invadere improvvisamente la sede stradale). Esistono, peraltro, anche misure di prevenzione indirette, come la predisposizione di adeguata e specifica segnaletica stradale di pericolo quali i segnali di pericolo  ANIMALI VAGANTI SELVATICI (fig. II.25); essi devono essere usati per presegnalare la vicinanza di un tratto di strada con probabile attraversamento di animali previsti dal Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada - Decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495 (in Suppl. ord. alla Gazz. Uff., 28 dicembre 1992, n. 303) e successive modificazioni.ovvero la diffusione di campagne di educazione volte a modificare l’atteggiamento degli automobilisti al volante.
Fare Verde resta in atesa del divenire degli eventi promettendo battaglia su ogni fronte.
Fare Verde Provincia di Frosinone

lunedì 25 gennaio 2016

Basta con le vittime della caccia.

  Manca poco alla fine della stagione venatoria. Ecco tutte le vittime, tra adulti, bambini, animali e ambiente

La stagione venatoria sta finalmente finendo. Con due dati inconfutabili: 1) le vittime e  2)  secondo l'Eurispes 8 italiani su 10 sono contrari alla caccia.
Tra chiusure anticipate della caccia a diverse specie nel Lazio,in Umbria, in Toscana, in Veneto, in Puglia e quasi in Friuli Venezia Giulia e un bollettino di guerra – 16 morti e 64 feriti, tra cui tre minori, da settembre dello scorso anno a gennaio – sta per concludersi la stagione venatoria  e secondo l’Eurispes 8 italiani su dieci sono contrari alla caccia.

Le vittime umane: cacciatori e bambini

Una cifra riservata ai bambini chiarisce  che dal 2007 a dicembre 2015 sono stati uccisi undici minori, 23 i bambini feriti, secondo l’Associazione vittime della caccia.

Le vittime non umane: in un anno uccisi oltre 154 milioni di animali

Fare una stima degli animali uccisi è difficile. Ogni stagione venatoria prevede un massimo numero di animali che possono essere abbattuti, che naturalmente nessuno controlla né fa rispettare. Proiettando i dati del numero massimo di animali che possono essere uccisi ogni anno in Veneto, Lombardia, Sicilia e Toscana si arriva a 154 milioni di esseri viventi.


La vittima ambiente

Secondo un calcolo basato sul numero medio di colpi esplosi annualmente da ciascun cacciatore, si è stimato che nel 1980 in Italia venissero utilizzate 1.100.000.000 cartucce, scese a circa 700.000.000 alla fine degli anni ’80 a seguito della diminuzione del numero delle licenze; sulla base di questi conteggi, la caccia regala al nostro paese qualcosa come 25mila tonnellate di piombo. Sarebbero 500 milioni le cartucce sparate in un anno, e a raccoglierle tutte se ne farebbe un mucchio di 11mila metri cubi. Numerose ricerche hanno dimostrato come il munizionamento da caccia rappresenti una fonte non trascurabile di inquinamento da piombo, in grado di avvelenare gli uccelli selvatici, contaminare il terreno e determinare un rischio sanitario per l’uomo. Il piombo avvelena il terreno e le acque, facendo ammalare di saturnismo gli animali. Fare Verde Provincia di Frosinone difende la Vita , l'Ambiente e la Natura a prescindere ed è contraria a qualsiasi forma di attività venatoria.

giovedì 7 gennaio 2016

STRATEGIA CONTRO l'INQUINAMENTO per le Città in Provincia di Frosinone.


Fare Verde Provincia di Frosinone ha voluto capire l'origine dell'inquinamento dell'aria sul territorio Provinciale ed ha chiesto lumi per una  Strategia contro l'inquinamento al Prof. Livio De Santoli della Sapienza Università di Roma.
Il Professore  responsabile per l'Energia della Sapienza ha risposto immediatamente come è uso per gli uomini di scienza con la
 "STRATEGIA CONTRO l'INQUINAMENTO."
"Quando si affronta un problema solo al momento dell'emergenza, come nel caso dell'inquinamento delle città, spesso lo si fa in modo non organico, con una superficialità che rende difficile trovare la soluzione. Il fenomeno dell'inquinamento dell'aria presenta alcune caratteristiche che devono essere considerate contestualmente. L'inquinamento non è formato solo dal particolato sottile (Pm10 o Pm 2,5), anche se il dato è significativo. In Italia l'andamento delle emissioni Pm 2,5 del trasporto su strada mostra una drastica diminuzione negli ultimi 20 anni (più che dimezzato, secondo i dati Ispra), mentre quello degli impianti di riscaldamento delle nostre case è andato significativamente aumentando, di fatto vanificando tutte le politiche Euro3, 4, 5 e 6 relative al nuovo parco automobilistico. La parte più significativa (anche in termini di particolato ) dell'inquinamento è assegnato quindi agli impianti di riscaldamento e mentre viene incentivato anche economicamente l'uso di auto sempre più ecologiche, si fa poco per il settore più importante, quello del riscaldamento residenziale. L'inquinamento non è solo particolato ma anche Anidride Carbonica, Ossidi di Azoto, Biossido di Zolfo, Ossido di Carbonio, inquinanti che dipendono dai combustibili utilizzati. E' interessante analizzare l'evoluzione della distribuzione degli impianti di riscaldamento in funzione del combustibile: ci sono ancora molte caldaie a gasolio e l'aumento progressivo dell'utilizzo del Metano (tutto sommato il meno inquinante tra i fossili) non è stato capace di neutralizzare, in termini di particolato, l'uso delle biomasse (legna e pellet). Queste valutazioni ci dicono che per la lotta all'inquinamento (leggasi cambiamento climatico) si deve partire dalle città , ma con una strategia energetica complessiva, che preveda ovviamente un piano per potenziare il trasporto pubblico locale e la mobilità elettrica (e quella a Metano), ma anche misure per i condomini per ristrutturazioni energetiche in edilizia con l'eliminazione degli impianti più inefficienti e più inquinanti , inclusi in un programma di rigenerazione urbana organicamente attento al tema dell'energia."

Livio de Santoli Sapienza Università di Roma


Prof. Livio De Santoli