giovedì 16 marzo 2017

Chi distrugge l'Ambiente ruba il futuro.



Chi distrugge l'Ambiente ruba il futuro.
 
Riflessioni del Presidente di Fare Verde Provincia di Frosinone

  Noi Ciociari viviamo in un'epoca allo stesso tempo affascinante e terribile. Affascinante perché mai come adesso il futuro della provincia di Frosinone è soprattutto nelle nostre mani; ciò che avrà luogo domani dipenderà in buona parte da ciò che la comunità farà o non farà oggi. Temibile perché le nostre azioni hanno   il potere di distruggere in poco tempo tutto quello che ci proviene dal passato, compromettendo irrimediabilmente quello che potrebbe esistere nel futuro del nostro territorio. I Ciociari  hanno interagito con la natura da sempre ma con il passare del tempo e con l'evolversi delle  capacità culturali abbiamo incredibilmente ampliato le nostre capacità di modificazione degli ambienti naturali. Ma è soltanto da pochissimo tempo che  stiamo intervenendo rapidamente e profondamente sui cicli della natura ... su quella fascia costituita da acqua, aria e suolo ove è possibile l'esistenza ed il mantenimento del fenomeno vita. L'osservazione di quanto avviene in natura ci indica che ogni essere vivente sopravvive finché risulta in grado di interagire adeguatamente con il proprio ambiente ma noi abbiamo fatto di più perchè abbiamo perfezionato le nostre capacità di adattamento modificando l'ambiente in proporzioni superiori a quelle dovute ed in tempi brevissimi. Oggi non esiste alcun luogo della Ciociaria dove l'intervento umano non sia giunto in qualche modo, direttamente o indirettamente. Gli autentici sconvolgimenti che abbiamo prodotto e produciamo continuamente non possono che ritorcersi sulle nostre stesse capacità di sopravvivenza in quanto conducono ad una complessiva diminuzione della possibilità di far fronte ai nostri bisogni e in buona sostanza con tanto egoismo rubiamo la possibilità alle generazioni future di interagire in modo corretto con la natura . La nostra  interazione uomo-ambiente sta andando, oltre le capacità di risposta dei  processi ecologici fondamentali che consentono una buona qualità della vita. Con le nostre attività distruggiamo ambienti naturali fondamentali per gli equilibri del nostro territorio: interveniamo con azioni di ogni tipo nei delicati cicli della natura, incrementiamo continuamente le strutture insediative (case, strade, inceneritori, centrali a biomassa, discariche) coprendo porzioni crescenti di prezioso suolo produttivo, facciamo scomparire per sempre numerose specie viventi che con noi dividono il pianeta. Agendo con questo furto continuo provochiamo una costante diminuzione della capacità naturale del nostro territorio di sopportare l'impatto quantitativo e qualitativo di tutte le specie. I problemi derivanti dagli insediamenti antropici, l'evoluzione  tecnologica, l'accumulo dei rifiuti, l'impoverimento delle risorse e la ricerca di fonti alternative di energia hanno modificato profondamente l'ambiente naturale, tanto da renderlo, per caratteristiche ecologiche, assai diverso da quello primitivo e, cosa più grave, lo hanno trasformato in modo da renderlo sempre meno adatto all'instaurarsi di condizioni di vita ottimali per le generazioni future. Negli ultimi decenni la Ciociaria  ha subito   episodi drammatici diretti e indiretti quali la catastrofe della centrale nucleare di Cernobyl, gli acquedotti che non servono più a nulla, l'inquinamento dei fiumi e per primo del fiume Sacco, le pessime condizioni di vita createsi nei centri urbani con l'inquinamento dell'aria, la depurazione delle acque reflue urbane che è un miraggio. Tutti questi ed altri episodi, di inconfutabile pericolosità, fanno capo ad un' unica responsabilità: il dissennato uso del territorio e delle risorse che continuiamo a perpetrare, incuranti delle chiare avvisaglie di forte pericolo. Soprattutto negli ultimi decenni, grazie a nuove e potenti tecnologie, alla sempre crescente richiesta di beni e all'enorme concentrazione della popolazione, ci siamo comportati come  veri saccheggiatori.  Siccome non ci accontentiamo mai ci stiamo attivando per il  dissennato disboscamento con  la progressiva riduzione delle aree verdi , nella diminuzione delle campagne inghiottite dai gruppi di case, nell'insensata abitudine di tracciare strade di dubbia utilità in zone di grande valore naturalistico, nella sconsiderata emissione di sostanze inquinanti nell'ambito dell'atmosfera, del suolo e delle acque. Per anni chi si è battuto in difesa dell'ambiente è stato visto come un'utopista, un visionario, un sognatore, o peggio, come un oppositore del progresso umano. Oggi è sempre più evidente a tutti che non può esistere nessun tipo di sviluppo umano, sociale ed economico, ove la base stessa dello sviluppo, e cioè la natura, venga irrazionalmente dilapidata. Questo non significa che il rapporto dell'uomo nei confronti della natura debba essere di semplice contemplazione o di statica conservazione; la conservazione di un bene naturale infatti è tanto più corretta quanto più questo bene è usato; il problema sta nella correttezza di utilizzazione e gestione delle risorse, nel perseguire uno sviluppo sostenibile. Anche se non si può negare di assistere ad un incremento della consapevolezza dell'opinione pubblica circa questi problemi, non si può purtroppo segnalare una parallela e decisa azione concreta in merito da parte di governanti, politici, amministratori, pianificatori e cittadini. Consideriamo quale ruolo potremmo assumere: non quello di distruttori, ma di apportatori di vita, di custodi del mondo. Siamo in grado di trovare soluzioni ed interventi, le nostre capacità in campo genetico, ingegneristico ed ecologico ci permettono di lavorare con sistemi naturali e di trarre beneficio da essi, senza distruggerne l'integrità e le capacità di rinnovamento. Possiamo insomma attingere al reddito della nostra terra  senza intaccarne il capitale: salvaguardare le specie dall'estinzione, ripristinare la varietà dei paesaggi, rifertilizzare i suoli, riattivare il ciclo verde nelle terre abbandonate, invertire la tendenza del processo d'inquinamento nei corsi d'acqua e nell'atmosfera, riciclare i rifiuti , imbrigliare l'energia del sole e dell'acqua, e sfruttare la ricchezza genetica dell'evoluzione  per ottenere nuovi raccolti, piante, medicinali e materiali.  L'educazione ai consumi, il controllo dei bisogni, la messa a punto dei comportamenti che permettono la convivenza tra utilizzazione e conservazione delle risorse costituiscono l'unica via da percorrere nella logica della sostenibilità. Per attuare ciò è indispensabile un profondo cambiamento della nostra mentalità di Ciociari  della società industrializzata, che promuova lo sviluppo della creatività, dell'immaginazione, della previsione, dell'anticipazione, favorendo in tal modo la risoluzione dei problemi prima di trovarceli tra i piedi. Conservare la natura vuol dire anche e soprattutto prevedere il futuro, agendo sul presente, e per far ciò è indispensabile utilizzare al meglio la risorsa più promettente per il nostro difficile domani: il nostro ingegno e quindi usiamo l'ingegno, finalmente, senza più rubare il futuro a nessuno anche perchè tra poco non ci sarà più nulla da rubare.



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