Chi distrugge l'Ambiente ruba il futuro.
Riflessioni del Presidente di Fare Verde Provincia di Frosinone
Noi Ciociari viviamo in un'epoca allo stesso tempo affascinante e terribile.
Affascinante perché mai come adesso il futuro della provincia di Frosinone è
soprattutto nelle nostre mani; ciò che avrà luogo domani dipenderà in
buona parte da ciò che la comunità farà o non farà oggi. Temibile
perché le nostre azioni hanno il potere di distruggere in poco tempo
tutto quello che ci proviene dal passato, compromettendo
irrimediabilmente quello che potrebbe esistere nel futuro del nostro territorio. I Ciociari hanno interagito con la natura da sempre ma con il passare del tempo e con
l'evolversi delle capacità culturali abbiamo incredibilmente ampliato
le nostre capacità di modificazione degli ambienti naturali. Ma è
soltanto da pochissimo tempo che stiamo intervenendo
rapidamente e profondamente sui cicli della natura ... su quella
fascia costituita da acqua, aria e suolo ove è possibile l'esistenza ed
il mantenimento del fenomeno vita.
L'osservazione di quanto avviene in natura ci indica che ogni essere
vivente sopravvive finché risulta in grado di interagire adeguatamente
con il proprio ambiente ma noi abbiamo fatto di più perchè abbiamo perfezionato le nostre capacità di adattamento modificando l'ambiente in proporzioni superiori a
quelle dovute ed in
tempi brevissimi. Oggi non esiste alcun luogo della Ciociaria dove
l'intervento umano non sia giunto in qualche modo, direttamente o
indirettamente. Gli autentici sconvolgimenti che abbiamo prodotto e
produciamo continuamente non possono che ritorcersi sulle nostre stesse
capacità di sopravvivenza in quanto conducono ad una complessiva
diminuzione della possibilità di far fronte ai nostri
bisogni e in buona sostanza con tanto egoismo rubiamo la possibilità alle generazioni future di interagire in modo corretto con la natura . La nostra interazione uomo-ambiente sta andando, oltre le capacità di risposta dei
processi ecologici fondamentali che consentono una buona qualità della vita. Con le nostre attività
distruggiamo ambienti naturali fondamentali per gli equilibri del nostro territorio: interveniamo
con azioni di ogni tipo nei delicati cicli della natura, incrementiamo
continuamente le strutture insediative (case, strade, inceneritori, centrali a biomassa, discariche)
coprendo porzioni crescenti di prezioso suolo produttivo, facciamo
scomparire per sempre numerose specie viventi che con noi dividono il
pianeta. Agendo con questo furto continuo provochiamo una costante diminuzione
della capacità naturale del nostro territorio di sopportare l'impatto
quantitativo e qualitativo di tutte le specie. I problemi derivanti dagli insediamenti antropici, l'evoluzione tecnologica, l'accumulo dei rifiuti,
l'impoverimento delle risorse e la ricerca di fonti alternative di
energia hanno modificato profondamente l'ambiente naturale, tanto da
renderlo, per caratteristiche ecologiche, assai diverso da quello
primitivo e, cosa più grave, lo hanno trasformato in modo da renderlo
sempre meno adatto all'instaurarsi di condizioni di vita ottimali per le generazioni future. Negli ultimi decenni la Ciociaria ha subito episodi
drammatici diretti e indiretti quali la catastrofe della centrale nucleare di Cernobyl, gli
acquedotti che non servono più a nulla, l'inquinamento dei fiumi e per primo del fiume Sacco, le pessime
condizioni di vita createsi nei centri urbani con l'inquinamento dell'aria, la depurazione delle acque reflue urbane che è un miraggio. Tutti
questi ed altri episodi, di inconfutabile pericolosità, fanno capo ad
un' unica responsabilità: il dissennato uso del territorio e delle
risorse che continuiamo a perpetrare, incuranti delle chiare avvisaglie
di forte pericolo. Soprattutto negli ultimi decenni, grazie a nuove e
potenti tecnologie, alla sempre crescente richiesta di beni e all'enorme concentrazione della popolazione, ci siamo comportati come veri
saccheggiatori. Siccome non ci accontentiamo mai ci stiamo attivando per il dissennato disboscamento con la progressiva riduzione delle aree verdi , nella diminuzione delle campagne inghiottite dai gruppi di case, nell'insensata abitudine di tracciare strade di dubbia
utilità in zone di grande valore naturalistico, nella sconsiderata
emissione di sostanze inquinanti nell'ambito dell'atmosfera, del suolo e
delle acque. Per anni chi si è battuto in difesa dell'ambiente è stato
visto come un'utopista, un visionario, un sognatore, o peggio, come un
oppositore del progresso umano. Oggi è sempre più evidente a tutti che
non può esistere nessun tipo di sviluppo umano, sociale ed economico,
ove la base stessa dello sviluppo, e cioè la natura, venga
irrazionalmente dilapidata. Questo non significa che il rapporto
dell'uomo nei confronti della natura debba essere di semplice
contemplazione o di statica conservazione; la conservazione di un bene
naturale infatti è tanto più corretta quanto più questo bene è usato; il
problema sta nella correttezza di utilizzazione e gestione delle
risorse, nel perseguire uno sviluppo sostenibile. Anche se non si può
negare di assistere ad un incremento della consapevolezza dell'opinione
pubblica circa questi problemi, non si può purtroppo segnalare una
parallela e decisa azione concreta in merito da parte di governanti,
politici, amministratori, pianificatori e cittadini. Consideriamo quale
ruolo potremmo assumere: non quello di distruttori, ma di apportatori di
vita, di custodi del mondo. Siamo in grado di trovare soluzioni ed
interventi, le nostre capacità in campo genetico, ingegneristico ed
ecologico ci permettono di lavorare con sistemi naturali e di trarre
beneficio da essi, senza distruggerne l'integrità e le capacità di
rinnovamento. Possiamo insomma attingere al reddito della nostra terra senza
intaccarne il capitale: salvaguardare le specie dall'estinzione,
ripristinare la varietà dei paesaggi, rifertilizzare i suoli, riattivare
il ciclo verde nelle terre abbandonate, invertire la tendenza del processo
d'inquinamento nei corsi d'acqua e nell'atmosfera, riciclare i rifiuti , imbrigliare l'energia del sole e dell'acqua, e
sfruttare la ricchezza genetica dell'evoluzione per ottenere nuovi raccolti, piante, medicinali e materiali.
L'educazione ai consumi, il controllo dei bisogni, la messa a punto dei
comportamenti che permettono la convivenza tra utilizzazione e
conservazione delle risorse costituiscono l'unica via da percorrere
nella logica della sostenibilità. Per attuare ciò è indispensabile un
profondo cambiamento della nostra mentalità di Ciociari della società
industrializzata, che promuova lo sviluppo della creatività,
dell'immaginazione, della previsione, dell'anticipazione, favorendo in
tal modo la risoluzione dei problemi prima di trovarceli tra i piedi.
Conservare la natura vuol dire anche e soprattutto prevedere il futuro,
agendo sul presente, e per far ciò è indispensabile utilizzare al meglio
la risorsa più promettente per il nostro difficile domani: il nostro ingegno e quindi usiamo l'ingegno, finalmente, senza più rubare il futuro a nessuno anche perchè tra poco non ci sarà più nulla da rubare.
Nessun commento:
Posta un commento